Storia del Rosario



Padre Timoteo Longo O.P. fondatore delle Domenicane



Padre Timoteo Longo nacque nel 1835 a Cammarata, in provincia di Agrigento da una ricca famiglia del luogo. Trascorse gran parte della sua infanzia nella casa del duca Rizzo, suo padrino, che abitava vicino alla chiesa e al convento dei Domenicani, frequentò il convento per apprendere le prime nozioni del leggere e dello scrivere.
A 14 anni scoprendo la vocazione fu ammesso nel convento dove ricevette una formazione religiosa. Emise la professione solenne nel convento di S. Maria della Quercia, presso Viterbo nel 1856.
Ritornò in Sicilia nel convento di Noto nel 1857 per seguire i corsi di specializzazione in teologia dogmatica. Ricevette l’ordinazione sacerdotale a Noto nel 1858, il suo primo apostolato si svolse a Malta fino al 1864.
Nel 1866 in Italia vennero soppresse le comunità religiose e i loro beni incamerati dallo stato che li dilapidò regalandoli ai ricchi. I frati e le suore, a causa di un’ordinanza del generale Cadorna, furono costretti ad abbandonare i conventi e ritirarsi nelle proprie famiglie. Così padre Timoteo tornò a Cammarata dove visse sempre da Domenicano e curò la chiesa di San Domenico. Un mese dopo padre Vincenzo Lombardo gli ottenne dal prefetto di Siracusa il permesso di tornare a Noto, dove riprese la vita Domenicana comunitaria e il suo apostolato. Ma lo aspettavano grandi sofferenze e difficoltà, specialmente per la causa che fu intentata contro di lui con l’accusa di aver frodato il demanio nella consegna dei beni del convento confiscati dallo Stato. Ma il processo si concluse con il pieno riconoscimento dell’innocenza di padre Longo.
Nel 1872 gli furono affidati i locali del Monastero della SS.ma Annunziata e dopo divenne cappellano di S. Cristoforo di Noto sino agli anni 80, quando fu mandato come missionario a Tunisi.
Nel 1883 tenne il quaresimale a Scicli. Qui il convento dei Domenicani era stato fondato nel 1567. Ma avvenuta la soppressione degli ordini religiosi anche il convento di Scicli fu incamerato dallo Stato. Padre Longo acquistò il convento per i porvi una comunità di suore per l’educazione dei giovani.


Nel 1883 la vita delle terziarie Domenicane, consacrate al S. Cuore di Gesù, venne stabilità nel convento di Scicli. Le suore si occupavano dell’istruzione religiosa di vari istituti come asili e orfanotrofi, e del sollievo degli infermi nell’ospedale Busacca. Poiché nella comunità di Scicli crescevano le domande di ammissione e il convento non poteva più contenere il numero delle suore, padre Timoteo costituì una nuova comunità a Noto conforme a quella di Scicli.

A Scicli egli conobbe suor Ermelinda Jannitto e divenne il suo confessore. Insieme diedero vita alla congregazione religiosa, dando prova di grande carità Cristiana.
Ritornò a Cammarata nel 1902 perché si ammalò di sclerodermia, a causa della quale divenne incapace di muoversi e richiedeva assistenza continua. Anche se non poteva più guidare le suore, era tranquillo perché aveva dato loro una sana formazione religiosa Domenicana. Morì il 25 Marzo del 1913.
La figura e l’opera di padre Timoteo, nonostante la bufera che colpì la sua congregazione e il suo allontanamento da Noto, restarono sempre vive nelle suore, nell’ordine Domenicano e nel suo paese il suo nome fu sempre ricordato con stima e affetto. Le suore dopo la sua morte subirono molte umiliazioni e punizioni fino a quando fu nominato vescovo di Noto Mons. Giuseppe Vizzini nel 1913. Egli conobbe la storia travagliata delle suore Domenicane, si rese conto delle loro potenzialità apostoliche e riprese l’indirizzo fondamentale di padre Timoteo: la missione evangelizzatrice.
Oggi la congregazione di padre Longo è presente in numerosi istituti di educazione.





















Nessun commento:

Posta un commento